11.5.07

Un passo verso l'alto per lasciare a terra il caos della città


Suoni, rumori metallici, stridio... difficoltà nel riuscire ad ascoltare i propri pensieri... troppa confusione. Flashforward. Cammino. Bianco. Mi lascio trascinare dal ritmo ancestrale dei passi e del respiro. Profondamente immerso, alzo lo sguardo... mi sento vivo...

La ricerca di processi archetipici che concretizzino nell'animo quell'idea che il nostro cervello instancabilmente elabora in ogni singolo istante, incessantemente, fino alla morte: la realtà.

Camminare e la sua estensione alla terza dimensione, arrampicare, sono processi archetipici. Imparare "di nuovo" quelle regole che permettono il cammino in verticale, misurare i propri limiti e le proprie paure appena abbandonate le due dimensioni, sentire il proprio peso distribuirsi sugli appoggi e "capire" la gravità, guardare, prefigurarsi il movimento, un brivido e... SALIRE.

Un'edificio come metafora del "camminare" nella sua accezione più ampia e, per estensione, un'eperienza che sfocia naturalmente nel "viaggio". Da qui l'esigenza di un edificio in cui collocare una palestra d'arrampicata, un campeggio multilivello e una copertura con un lungo percorso percorribile anche dai disabili insieme a funzioni più tradizionali come un parcheggio per motocilci e biciclette, una biblioteca-mediateca e un caffè-ristorante.

9 commenti:

Philip ha detto...

Interessante... il testo e le immagini mi suggeriscono voglia d'isolamento, il silenzio e la concentrazione sono necessità da raggiungere. Mi sembra forte l'esigenza di dare un taglio al tessuto esistente inserendo un edificio senza eguali. Belli i render dai colori sparati su fondo bianco, sembra di stare su una pista da sci, mi sa che ti piace la montagna! ma forse sbaglio ;)

Nazareno ha detto...

Nel testo ho cercato di descrivere le sensazioni che provo quando vado in montagna...possibilmente non sulle piste da sci. Credo che questo tipo d'esperienza abbia la capacità di rafforzare il contatto con la realtà ristabilendo un equilibrio necessario. Il concept parte proprio dalla sovrapposizione delle immagini suggerite dai "rumori" che sento in città e in montagna e le sensazioni che mi danno. L'edificio all'inizio doveva essere una sorta di ricostituzione della pendice della collina, man mano però si è trasformato e geometrizzato nel tentativo di ottenere la falesia artificiale e la copertura percorribile anche dai portatori di handicap, insieme agli altri due elementi. Ora vedremo quali saranno le ulteriori trasformazioni...

Francesco ha detto...

per te..

http://francesco-toplaythegame.blogspot.com/

a presto..

Anonimo ha detto...

Veramente rilassante...
L'atmosfera di calma, silenzio e tranquillità descritta mettono l'utente in uno stato di equilibrio interiore e rilassamento psico-fisico. La radice che da il nutrimento al tuo concept è sana, bisogna capitalizzare l'energia vitale sprigionata da quella voglia di staccarsi dalla vita di stress e rumori e smog.
Mi auguro che l'edificio rispetti la convivenza pacifica uomo-natura che è sempre esistita e che ( purtroppo) sta andandosi depauperandosi....
Aspettando le future trasformazioni ti suggerisco di rispettare anche l'estetica in modo da non far scemare lo scenario dettato dalla coerenza di colori e materiali.
Ciao

Lorenza ha detto...

Scusa la rapidità d'interveto...ma non sopporto l'idea di lasciare commenti sui blog...vabbè.
bella sensazione quella che trasmetti ..roba da scappare immediatamente in un eremo di montagna per ritrovare un po' della propria salute mentale.
cmq quello che ha detto zurlinog sui colori credo che sia fondamentale nel tuo progetto.
ciao

Nazareno ha detto...

Per Zurlo...ottimo intervento, assolutamnete pertinente il discorso su estetica e materiali. Per quanto riguarda la eco-sostenibilità ci sto lavorando...speriamo di avere il tempo di impostare un discorso coerente e adeguatamente approfondito...

Nazareno ha detto...

Per Lorenza...intato devo dire che mi fa molto piacere aver ricevuto un tuo commento, anche perchè mi pare di aver capito che sono molto rari...quello che ho scritto voleva trasmettere proprio quello che hai detto, almeno questo è l'effetto benefico che ne ricevo ogni volta. Un appunto, il blog può essere un momento di approfondimento e di conoscenza diretto e disinteressato e quindi da, secondo me, un ottima ,anche se parziale, possibilità a chi ha qualcosa da dire...io penso che tu abbia molte cose da dire e spero di vederle presto sul tuo blog...ciao.

Lorenza ha detto...

Il tuo discorso è verissimo, ma a volte è molto più facile cavarsela a voce, verba volant scripta manent.. Cmq il mio blog adesso è attivo..C'è un inizio per tutto!

Antonino Saggio ha detto...

QUi puoi leggere la recensione al libro di careri ora anche in edizione italiana con einaudi.
La recensione è di Antonia Marmo
http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/FoodforMinds/Index.html

Buon lavoro e bello il blog